Irlanda/1

Cleggan, estremità occidentale del Connemara.
Capitiamo qui dopo una lunga giornata ed una discreta quantità di chilometri. Il paesaggio è incantevole dalla macchina, lo diventa ancora di più quando siamo a piedi.

Dopo cena facciamo quattro passi per il borgo e ci inoltriamo fra i campi e le case. Il sentiero è largo, fatto per passarci comodamente con la macchina. Le due striscie di ciottoli grigi sono separate da una folta criniera d’erba.–br–

Gli altri sono distanti da me per qualche istante. Le ragazze si sono fermate a guardare le oche, l’altro mio amico è più avanti. Sono solo a camminare e lo sfondo del tramonto mi entra negli occhi. La luce gialla e arancione scende a darmi una stretta al cuore.–br–<br />
Cammino e sento solo il rumore dei miei passi, frusciare leggero d’erba contro le scarpe. Mi fermo, sembra che in qualche modo qualcosa mi chieda di farlo.

Scopro così un silenzio irreale, le voci delle persone si fermano fra le mura delle case ed il solo rumore è il vento che muove le foglie e i cespugli. Il tramonto insiste sullo sfondo, mi guardo un po’ intorno girando su me stesso.
Colline, strade minuscole, case sistemate qua e la, cortili vuoti, pecore, qualche cavallo, scorci di mare, montagne brulle al di là della baia.–br–

Che mondo è questo?
Che vita fa questa gente?

Rifletto, ma in un istante è chiaro che non mi interessa davvero sapere come viva la gente di qui, quanto piuttosto fare un paragone con quello che vivo di solito, a Torino. Loro qui in un paese di trecento abitanti in mezzo al verde delle colline, ed io abituato al rumore delle macchine che non cessa neanche di notte.


Potrà mai succedere che siano loro ad invidiare me?

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